29.11.2024 - 21.02.2025
MARCO EMMANUELE
Testa Salpa
Negli ultimi anni, con la fotocamera dello smartphone, Marco ha collezionato centinaia di poesie concernenti il mare, suggestionato da una moltitudine di immagini che lo hanno stimolato al disegno.
Per la mostra ha selezionato sette poeti che hanno avuto un rapporto speciale con Roma, i cui profili del viso, modellati in vetro soffiato, si fanno bottiglie che galleggiano nella galleria con alcuni disegni al loro interno.
Messaggi affidati ad un meta-mare, le cui correnti fanno si che possano avvicinarsi al dialogo anche persone con differenti sensibilità, un oceano profondo e buio in cui scultura e disegno possano convivere senza discriminazioni disciplinari (sì come astrazione e figurazione).
Un ragionamento sulla poesia e sul mare senza che la parola “mare” sia sempre riferita alla nota distesa d’acqua.
Una serie di acquerelli alle pareti restituisce l’attitudine con la quale ultimamente l’artista ha indagato il paesaggio, attraverso le vedute più oniriche che si possano cercare.
Si tratta di carte celesti, in cui le stelle sono realizzate con un materiale a lui caro, il vetro portato al punto di fusione.
I colori di fondo sono i più comuni del cielo e al tempo stesso quelli sempre nuovi ad ogni sguardo casuale dopo ore di stasi (per esempio al mare si può stare fermi per ore, in altri posti invece stare fermi affatica).
Tra le stelle, una serie di traiettorie possibili per viaggiare sono state tracciate casualmente da alcune chiocciole entrate nel piano di lavoro, in una sera primaverile, nel pomiciatoio della Litografia Bulla.
Il titolo della mostra allude, oltre alla figura di una testa che parte e prende il largo, al pesce Salpa, la cui testa veniva ingerita dai romani per raggiungere stati allucinatori durante le feste.
Come l’artista ci ricorda:
Non serve andare lontano.
Basterebbe stare anche a tre ore da casa.